Sabato 12 novembre alle ore 11 presso via Dieci Martiri si terrà l’annuale commemorazione dell’eccidio dei dieci martiri. In luogo dell’orazione ufficiale vi saranno interventi e letture a cura di studenti dell’I.T.I.S. A. Rossi.
Orazione Civile
di Luigi Poletto - Presidente Anpi Vicenza
Quest’anno abbiamo deciso come ANPI che in luogo dell’orazione ufficiale vi siano interventi e letture da parte di studenti dell’Istituto Rossi in un’ottica di valorizzazione delle giovani generazioni. Quindi quest’anno i ragazzi non sono solo spettatori, ma sono protagonisti della commemorazione
Solo due brevissimi spunti di riflessione:
1 – Il primo. Siamo davanti ad una dilagante e generalizzata riscrittura della storia e a una offensiva culturale profondamente penetrata nella società, ad una narrazione anti-antifascista. Si tende a riabilitare il fascismo a considerarlo una esperienza di valorizzazione dell’identità nazionale, una forma di autoritarismo benevolo e dolce, capace di produrre “cose buone” in materia di welfare e di modernizzazione.
Invece la natura totalitaria del movimento e del regime fascista e la sua connotazione criminogena sono acclarate.
Inoltre – come insegnano le polemiche di questi giorni – si vuole delegittimare la Resistenza in quanto inquinata dalla componente comunista. Non si tratta di disconoscere gli innegabili errori ed orrori dello stalinismo, ma di sviluppare un’analisi più compiuta. Chi riduce l’esperienza storica del Partito Comunista Italiano a escrescenza nazionale dello Stato sovietico semplifica in modo totalmente inappropriato la realtà storica e non solo per la specificità del contributo gramsciano all’impianto culturale del PCI, ma anche in riferimento alle vicende del nostro Paese che videro il PCI esercitare – proprio in quanto Partito nazionale – un ruolo fondamentale in quattro momenti: la partecipazione alla Resistenza, la stesura della Carta Costituzionale, la difesa dei diritti dei lavoratori dal dopoguerra in poi e la lotta al terrorismo.
2 – Il secondo punto concerne il permanere del fascismo nella società italiana. Il nostro Paese non ha mai fatto fino in fondo i conti
con il fascismo e a mio giudizio aveva ragione Piero Gobetti quando parlò del fascismo come “autobiografia della nazione”. Il fascismo non si è mai definitivamente estinto dopo la cesura epocale del 1945 e ha saputo “rigenerarsi” e adattarsi lasciando una lunga cicatrice nella società italiana: il “postfascismo” di oggi non ripropone nostalgicamente un sistema ideologico ma compete per l’egemonia e la persistenza di determinati simboli testimonia il permanere del tempo di postulati ideologici fondati sui concetti di identità, gerarchia, ordine, nazione.
Sarebbe pertanto inaccettabile che nel nostro Paese si pervenisse ad un arretramento sul piano dei diritti civili in materia di aborto, fine vita, omofobia, parità di genere etc. e sarebbe inaccettabile che il sovranismo ci portasse lontano dall’Europa concepita come “società aperta”. E’ inaccettabile una politica dell’immigrazione fondata sulla logica dei muri e non dell’inclusione, dell’accoglienza e dell’integrazione.
Oggi l’antifascismo – lo argomenta efficacemente lo storico Giovanni de Luna – è una concezione della società e della politica legata a valori metastorici e sempre attuali: i diritti politici, civili, economici e sociali, le libertà fondamentali, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà della comunità.
La via maestra è quella dell’unità antifascista che è stata il pilastro fondamentale della stagione resistenziale. Lo riconoscono i protagonisti di allora. Scrisse Sandro Pertini: “Nonostante alcuni dissensi di carattere politico, comprensibili in uomini di diversa estrazione, fummo sempre uniti, anche dopo la Liberazione, da una sincera amicizia basata sul reciproco rispetto delle nostre diverse posizioni ideologiche”.
Non dissipare questa eredità, battersi per un’Italia migliore in un’Europa unita e solidale, cercare la pace con una soluzione negoziata dei conflitti incluso quello in Ucraina, impegnarsi per dare attuazione ai contenuti di giustizia, emancipazione, tutela dei diritti che la Costituzione ci indica, è dovere di tutti noi oggi.