28 settembre 2024: commemorazione dell’eccidio di Carpanè

Commemorazione dell’80° anniversario
dell’eccidio compiuto dai nazi-fascisti
a Carpanè nel settembre 1944

Sabato 28 settembre 2024

Tutti i cittadini sono invitati alla cerimonia che, nel ricordo di tante giovani vite stroncate, vuole essere un momento di riflessione e di impegno per rafforzare i sentimenti di pace e fratellanza universale.

  • ore 10:15 Monumento ai Caduti di Carpanè: raduno delle Autorità e della cittadinanza.
  • ore 10:30 Santa Messa
  • ore 11:15 Deposizione di corone ai Cippi dei Martiri.

Discorso commemorativo dell’on. Laura Boldrini

Buon giorno a tutte e a tutti voi.

Saluto e ringrazio per l’invito ad essere qui oggi, il Sindaco Luca Ferazzoli.

Saluto l’assessore Ermando Bombieri, che si è tanto impegnato per l’organizzazione di questa giornata che considero molto importante.

Molte e molti di voi avranno certamente partecipato negli anni passati alle cerimonie commemorative dell’eccidio di Carpané ed è importante che siate qui di nuovo oggi.

Ma è ancora più importante che si riesca a trasmettere a figli e nipoti l’impegno a ricordare ogni anno quel che qui accadde in quella drammatica estate del 1944.

Bisogna esserci in questi luoghi non per onorare un rito ma perché, come scrisse Piero Calamandrei, “le montagne dove caddero i partigiani, le carceri dove furono imprigionati, i campi dove furono impiccati” sono i luoghi “dove è nata la nostra Costituzione”.

Teniamocela stretta, care amiche e cari amici, la nostra Costituzione. Perché è garanzia di libertà.

Perché è costata tanto sangue e tanti sacrifici.

Anche qui a Carpané il 21 settembre di 80 anni fa, nasceva la nostra Costituzione.

E nasceva mentre venivano uccisi 29 giovani combattenti per la libertà, italiani e anche inglesi. Mentre con una sola raffica di mitra si troncavano due giovani vite : quella di Gianna Giglioli e quella del bambino non ancora nato che portava in grembo.

Come si fa, mi chiedo, a dimenticare, a far sfumare nell’oblio episodi come questi?

E come si fa a rimuovere le responsabilità di questa e delle altre decine di stragi che insanguinarono l’Italia nel 1944?

Si, perché quella fu la stagione in cui si consumarono anche la strage di Marzabotto, quella di Sant’Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine e tantissime altre, soprattutto lungo l’Appennino centrale.

Chi furono i responsabili? I nazisti, certamente, che consideravano il territorio italiano come di loro proprietà, perché qualcuno glielo aveva concesso, regalato. Altro che patrioti !

Ma la storia ci dice che il rastrellamento del Grappa, nel quale si inserisce anche l’eccidio di Carpanè, fu opera di 4 divisioni delle SS, ma anche dei militi fascisti della Divisione Tagliamento e delle Brigate Nere.

Dobbiamo riconoscerlo: nonostante l’impegno delle forze democratiche e delle associazioni partigiane, in Italia non si sono fatti fino in fondo i conti con il fascismo.

C’è ancora anche nelle istituzioni chi non riesce a definirsi antifascista, chi nega i crimini compiuti nelle colonie, chi dice che in fondo il fascismo era una versione più bonaria rispetto ad altri regimi autoritari dell’epoca e che l’unico errore di Mussolini fu quello di portarci in guerra.

A parte che scaraventare il Paese in una guerra mondiale non è stato un errore, è stata una sciagura!

Ma dove sta questa bonarietà del fascismo?

Ieri pomeriggio sono stata a Fratta Polesine, per rendere omaggio a Giacomo Matteotti, a cento anni dalla sua barbara uccisione visitando la sua casa natale e la sua tomba.

E’ stato buono il fascismo con Giacomo Matteotti? E con Antonio Gramsci lasciato a morire in carcere, o con i sacerdoti Don Giovanni Minzoni e Don Pietro Pappagallo?

Nel maggio del 1944 dalla Prefettura di Grosseto venne affisso nei comuni della provincia quello che venne poi definito “il manifesto della morte”. In questo manifesto si intimava ai gruppi partigiani di consegnarsi, altrimenti – cito- “saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazioni alla schiena”.

Sapete da chi era firmato? Non da un comandante tedesco ma dall’italiano Giorgio Almirante, capo di gabinetto del Ministro della Repubblica Sociale Italiana Ferdinando Mezzasoma.

Quel manifesto annunciava fucilazioni e stragi che avrebbero poi insanguinato l’appennino toscano.

E i fascisti furono protagonisti insieme alle SS anche dell’eccidio di Carpané.

Si tenta purtroppo di riscrivere la storia occultando le responsabilità del ventennio.

Non si può, come è stato fatto due giorni fa, ricordare giustamente il carabiniere Salvo d’Acquisto ma senza dire che fu ucciso dai nazisti.

Non si può, come accaduto, commemorare i martiri delle Fosse Ardeatine dicendo che furono uccisi in quanto italiani e non perché antifascisti.

Così come è assurdo, perfino grottesco che un’alta carica istituzionale sia arrivata a dire che i tedeschi che sfilavano a via Rasella erano una banda musicale di semi-pensionati.

Potrei continuare con esempi di come si voglia derubricare a burletta, a chiacchera da bar, una storia tragica come quella della dittatura fascista e un moto di popolo coraggioso e decisivo come fu la Resistenza.

Se guardiamo al mondo di oggi non possiamo non dire che gli ideali della Resistenza sono più attuali che mai.

Per che cosa lottavano i partigiani e le partigiane ?

Lottavano per la pace, innanzitutto, dopo anni di guerra che avevano duramente provato il nostro Paese e in particolare queste terre, già qualche anno prima segnate dalla prima guerra mondiale, quella che Papa Benedetto XV definì “l’inutile strage”.

Ebbene, guardando a quel che accade oggi nel mondo, in Medio Oriente, in Ucraina e in tanti altri luoghi, sentiamo che la battaglia per la pace, contro la corsa agli armamenti, per i diritti umani e la convivenza tra i popoli è più attuale e necessaria che mai.

Non sono valori del passato, sono imperativi di oggi, se non vogliamo che il mondo soccomba sotto una catastrofe nucleare.

E poi le partigiane e i partigiani lottavano per la libertà. Per la libertà di opinione, di associazione, di voto, di manifestazione delle proprie idee. Quella libertà che non nuoce alla sicurezza ma che è al contrario garanzia di sicurezza e di coesione sociale.

Due record sono stati raggiunti nello stesso anno, il 2023 : quello delle spese mondiali per gli armamenti, 2443 miliardi di dollari, le più elevate dopo la seconda guerra mondiale, e quello della diffusione dei regimi autoritari. Tutte le analisi svolte su questo tema dimostrano, magari con percentuali differenti, che la maggioranza del mondo vive sotto regimi non democratici o apertamente totalitari.

E anche in Europa, e perfino in Italia, cresce il consenso attorno a formazioni politiche e idee illiberali e vengono messi in discussione diritti e conquiste democratiche.

Ma lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo : i diritti e le libertà non sono acquisite una volta per tutte. C’è sempre chi li minaccia e li vuole cancellare. Per questo bisogna continuare a combattere e a resistere.

E l’esempio di chi è caduto sognando un mondo migliore, lottando per un mondo migliore ci dà la forza necessaria per farlo.

Ai caduti nell’eccidio di Carpané e a tutte le vittime del nazifascismo va il nostro pensiero commosso e la nostra profonda gratitudine.

Grazie a tutte e a tutti voi.