Dalla data del voto sono trascorsi ormai quindici giorni, durante i quali abbiamo “tremato”, nell’attesa timorosa che si verificassero le catastrofi pronosticate nel caso in cui avesse vinto il NO.
Attesa vana, perché le “cavallette” non sono arrivate, la Borsa ha tenuto splendidamente, non vi sono state sommosse popolari, non siamo precipitati nel “buio” che ci era stato preconizzato.
In realtà la situazione economica è quella di prima, il Monte dei Paschi di Siena continua a dibattersi nelle sue difficoltà e nella ricerca di soluzioni accettabili, per i creditori e per l’Unione europea (connubio piuttosto difficile), c’è un Governo in carica, che ha ottenuto la fiducia dei due rami del Parlamento.
Il dibattito in corso sulla durata del Governo, sulla data delle elezioni, sui “referendum” sociali che sono dietro l’angolo, sulle due decisioni importanti che la Corte costituzionale dovrà assumere (sulla ammissibilità dei quesiti referendari proposti dalla CGIL e sulla legittimità costituzionale della legge elettorale vigente), è di natura “normalmente” politica; ad esso siamo interessati come spettatori e come cittadini e nulla più. Dunque, Cassandra, questa volta, ha fallito e francamente non ci dispiace, per il bene del Paese.
Ho dimenticato, è vero, che ci sono state le dimissioni del Presidente del Consiglio; ma anche questo è “normale”: se si affronta una battaglia impegnandosi, in prima persona, è chiaro che se la si perde, qualche conseguenza bisognerà pur trarne. Tuttavia, l’ex Presidente è giovane e farà di tutto per recuperare.
Semmai, ma anche questo lo rileviamo col distacco degli spettatori, colpisce un po’ il nuovo dibattito sulla legge elettorale, l’Italicum (ve la ricordate, quella che doveva esserci invidiata dall’Europa, la più “bella del mondo”). Si era già cominciato a discuterne, durante la campagna referendaria, e addirittura il partito di maggioranza aveva elaborato un documento che doveva costituire la base di una nuova legge. Adesso, si riparte daccapo (sempre nell’attesa della decisione della Corte Costituzionale) con l’idea del “Mattarellum”. Non sappiamo se sarà la soluzione definitiva e se su di essa si realizzerà l’accordo tra i partiti e il Parlamento; ma colpisce un po’ il fatto che la legge oggi ripudiata, aveva richiesto sforzi, fatiche, interventi governativi e addirittura era stata imposta, nella fase conclusiva, col voto di fiducia. Sono cose che accadono, si sa, ma accade anche che il cittadino possa restare sorpreso e disorientato. Ma questo vale per la cronaca, almeno per quanto ci riguarda. Noi siamo “spettatori”, almeno fino ad un certo punto, perché diventeremo di nuovo protagonisti attivi se non verranno date garanzie effettive che si tratti di una legge democratica, in cui si rispetti la rappresentanza, in cui la parola sia restituita ai cittadini, che tenga conto del fatto che esiste ancora un Senato, che a sua volta dovrà essere eletto dai cittadini.
Non entriamo, dunque, nel dibattito politico sulle scelte da operare per avere una nuova legge. A noi, ripeto, interessa soltanto (e non è poco) che essa rispetti e valorizzi i diritti dei cittadini e consenta veramente l’esercizio della sovranità popolare. L’oggetto della nostra attenzione e della nostra vigilanza è solo questo; e ancora una volta si ispira all’esigenza di rispetto della volontà del legislatore costituente.
D’altronde, tra breve, inizierà il 2017 e sarà un anno importante anche come anniversario della discussione e dell’approvazione della Carta Costituzionale.
Noi abbiamo un solido programma per diffondere ancora di più la conoscenza della Costituzione e dei suoi valori e fare in modo che essa, oltre ad essere rispettata ed attuata, sia veramente amata da tutti, come l’unica, vera, fondamentale garanzia della nostra convivenza civile.
È così che continuiamo il nostro lavoro di sempre. Tra i progetti più immediati: la presentazione del libro sulla “Partecipazione del Mezzogiorno alla Resistenza”; la presentazione del documento, approvato nei giorni scorsi, all’unanimità, dal Comitato nazionale, sui “Confini orientali”; l’attuazione dei progetti già concordati col MIUR, per parlare di Costituzione in 10 città italiane, oltre a sostenere e sollecitare la partecipazione delle scuole al Concorso bandito dal MIUR e concordato con l’ANPI, anche in questo caso sulla Carta costituzionale. Con più ampio respiro, pensiamo di lavorare sulla formazione degli iscritti e dei dirigenti, di intensificare il lavoro di ricerca, di studio e di impegno su ciò che è possibile fare per contrastare i fenomeni di neofascismo, neonazismo e populismo, a livello italiano ed europeo. Ci proponiamo anche di cogliere e valorizzare la “nuova” tendenza alla partecipazione che si è evidenziata col voto del 4 dicembre, lavorando attorno ad alcune proposte concrete per renderla sempre più effettiva e diffusa, come una delle fondamentali garanzie dell’esercizio della sovranità popolare. E infine, poiché abbiamo detto più volte che è necessario pensare al più presto alla concreta attuazione di alcuni princìpi fondamentali della Costituzione, intendiamo dare il nostro contributo di riflessione e di proposte anche su questo importante terreno. Tutto ciò non dimenticando mai il nostro tradizionale impegno per una memoria che sia soprattutto “attiva” e non basata solo sul dolore e sul ricordo.
Insomma, andiamo avanti, con prospettive di impegno molto serio per l’anno 2017 che – fra l’altro – partirà proprio col mese della tradizionale campagna per il tesseramento, che avrà il suo culmine nella giornata del 29 gennaio.
A chi ancora si ostina ad immaginare (“inventare”, sarebbe la parola esatta) un’ANPI divisa, percorsa da venti di tempesta, racconterò solo che sabato scorso ho partecipato, per l’intera giornata, ad un “attivo” degli iscritti al Comitato provinciale di Roma. Era una presenza doverosa, anche perché le Sezioni romane hanno lavorato molto bene per il referendum e meritano, dunque, riconoscimento ed apprezzamento. Ci sono stati diciotto interventi oltre alla relazione introduttiva del Presidente provinciale ed alle conclusioni del Presidente nazionale. Una discussione pacata, serena e impegnata, con la varietà di opinioni e di proposte che caratterizza sempre i nostri incontri, nel più assoluto e totale rispetto. Una chicca conclusiva: sono intervenuti, nel dibattito, anche due iscritti che hanno dichiarato di aver votato SI, nel referendum; hanno parlato da iscritti che desiderano che l’Associazione prosperi e che sono lieti di far parte di un sodalizio così fortemente permeato da senso di appartenenza, solidarietà e fraternità.
È con questo quadro complessivo, che vado a concludere la newsletter cogliendo l’occasione per formulare un augurio sincero di buon Natale e buon Anno a tutte le iscritte e gli iscritti (e naturalmente a tutte le cittadine ei cittadini di buona volontà); e soprattutto che sia, per ognuno, per le famiglie, per il Paese e il mondo tutto, e particolarmente per i nostri giovani, un anno di lavoro e dignità, di serenità e pace.
Carlo Smuraglia
Presidente nazionale ANPI
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