Aldo Tortorella, Partigiano e componente della Presidenza onoraria dell’ANPI intervistato da la Repubblica in occasione degli 80 anni dell’Associazione
“Ci vuole un nuovo antifascismo: l’antifascismo della libertà solidale”
Aldo Tortorella, classe 1926, il partigiano Alessio, ex parlamentare e presidente del Pci, ex direttore dell’Unità ha attraversato da protagonista la storia d’Italia.
Pensa che il lascito del 2 giugno sia la difesa della Carta che uscì dall’Assemblea costituente.
Ai 78 anni della nascita della Repubblica, si accompagna l’anniversario degli 80 anni dell’ANPI, l’associazione dei partigiani, che sarà celebrato il 6 giugno in Campidoglio con il presidente Gianfranco Pagliarulo, storici e il sindaco Roberto Gualtieri.
L’ANPI, di cui è tra i presidenti onorari, compie 80 anni. E’ sempre attuale il suo compito?
“Si. Nel Nord c’era ancora la guerra quando venne fondata e fu uno dei modi per legittimare la lotta partigiana. Poi nacquero altre associazioni, nobilissime tutte, ma l’Anpi resta a difendere una memoria storica senza essere un gruppo di reduci che vantano le loro glorie passate. A ogni svolta decisiva ha saputo indicare la bussola. Sono 80 anni più i 18 che avevo allora, io sono quasi centenario. Ricordo le persecuzioni aspre dei partigiani a guerra conclusa, perché la magistratura era rimasta quella del fascismo. Ora all’Anpi ci sono le nuove generazioni, oltre 140 mila iscritti che portano avanti i valori della democrazia e della libertà”.
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