Oggi 25 luglio, 80^ anniversario della caduta del fascismo, in occasione della caduta del fascismo, in occasione delle “PASTASCIUTTE ANTIFASCISTE”, inaudite decisioni provenienti da alcuni livelli istituzionali e inaccettabili provocazioni di gruppi neofascisti
Oggi si celebra l’ottantesimo anniversario della caduta del fascismo. Infatti il 25 luglio 1943 il regime totalitario fascista – responsabile di due decenni di spietata dittatura, alleato con il nazismo genocidario e vittima delle sconfitte militari conseguenti alla guerra di aggressione da esso stesso scatenata – implodeva. Mussolini venne arrestato, creando la temporanea illusione della fine della guerra. Seguirono però i mesi delle peggiori sofferenze per il popolo italiano che seppe riscattarsi con la Resistenza guidata dai partiti antifascisti che poi furono protagonisti della stagione costituente e della In quelle ore si festeggiò in tutta Italia la destituzione del Duce. Da Casa Cervi partì uno degli eventi spontanei più originali, con una grande pastasciutta offerta a tutto il paese, distribuita in piazza a Campegine dalla famiglia, per festeggiare, come disse Papà Cervi, il “più bel funerale del fascismo”.
Da allora in numerosissime località in tutta Italia è tradizione organizzare eventi in cui si distribuisce la pastasciutta per ricordare la caduta della dittatura e la ritrovata libertà e per testimoniare l’attualità dell’antifascismo quale elemento fondante della democrazia repubblicana.
Anche a Vicenza in numerose località sono state organizzate dall’ANPI e altre associazioni “pastasciutte antifasciste” con la partecipazione di centinaia e centinaia di persone di varia estrazione politica e culturale, ma unite nei sentimenti di ripudio del fascismo e di lealtà nei confronti della Costituzione democratica e antifascista.
Proprio il 25 luglio denunciamo due fatti di inaudita gravità:
- La sindaca di Rosà ha negato l’autorizzazione allo svolgimento della “pastasciutta antifascista” (promossa dalle quattro sezioni ANPI dell’Altopiano dei Sette Comuni, di Bassano del Grappa, Marostica e Valbrenta) presso il Parco Via Sacro Cuore argomentando che “il nome dell’iniziativa può essere, purtroppo, richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico”.
Ci troviamo di fronte ad una decisione chiaramente lesiva dei diritti di libertà costituzionalmente sanciti: solo nelle dittature si vietano eventi pacifici con il pretesto della tutela dell’ordine pubblico. Abbiamo interessato il Prefetto perché – ad di là del fatto inconcepibile di considerare l’antifascismo non quale cardine valoriale della comunità, ma addirittura come incompatibile con la convivenza civile – le Autorità pubbliche non possono con decisione discrezionale negare un diritto costituzionale. Se ciò avvenisse si farebbe scempio della Costituzione e muterebbe il carattere democratico delle istituzioni repubblicane. - Presso Porto Burci, dove un ampio numero di associazioni ha organizzato una “pastasciutta antifascista”, è stato appeso uno striscione a firma “MIS” con la seguente dicitura: “Se manca l’olio lo portiamo noi”. E’ una azione vile, minacciosa e intimidatoria che ricorda i peggiori comportamenti violenti dello squadrismo fascista. Peraltro la stessa organizzazione neofascista che ha firmato lo striscione aveva già provocato la città di Vicenza il 25 Aprile scorso, organizzando l’inaugurazione della propria sede nel giorno della ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo.
Sono due vicende diverse accomunate però, dal loro carattere contrario all’antifascismo e alla Costituzione:
- Alla sindaca ricordiamo che la Costituzione, sulla quale ha giurato e che forse non ha letto bene, è antifascista nella XII disposizione finale e in tutti i suoi articoli.
- Ai neofascisti del MIS diciamo chiaramente: “Non ci intimidite!”. Continueremo a rispondere alle azioni provocatorie nel modo che noi conosciamo, con la partecipazione di donne e uomini, ragazze e ragazzi manifestando pacificamente in tanti. Lo faremo anche nelle prossime settimane e mesi.
Questi fatti rendono ancora più necessaria la corretta applicazione delle norme che contrastano la presenza neofascista, sul piano legislativo e amministrativo.
Per questo ribadiamo la necessità di reintrodurre la clausola antifascista nel comune di Vicenza – sia in riferimento agli spazi pubblici che ai locali comunali – e chiediamo agli altri Comuni della provincia di procedere nella stessa direzione.
Valuteremo inoltre tutti i percorsi amministrativi e legali per ottenere il diritto a manifestare il nostro antifascismo anche a Rosà.
Presidenza ANPI della Provincia di Vicenza
(Danilo Andriollo, Franca Dal Maso, Luigi Poletto)
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