L’abolizione della c.d. “clausola antifascista” aveva portato uno sfregio alla memoria e aveva segnato una torsione profonda nella biografia politica e culturale di Vicenza, città insignita di medaglia d’oro per il ruolo avuto nella Resistenza
La reintroduzione della clausola sana dunque una ferita e consente a Vicenza di ripristinare un rapporto di coerenza con la sua storia.
L’approvazione della “clausola antifascista” premia la tenacia e la coerenza con le quali l’ANPI e le altre associazioni antifasciste e della Resistenza hanno da sempre operato perché ciò avvenisse.
In questi mesi l’ANPI si è tenuta in costante contatto con l’Amministrazione comunale e la formulazione finale è totalmente corrispondente ai nostri convincimenti e ai nostri suggerimenti.
La Costituzione repubblicana è intrinsecamente antifascista perché è storicamente figlia dei partiti componenti il Comitato di Liberazione Nazionale, perché i Padri e le Madri costituenti erano animati da un antifascismo intransigente e senza sbavature e perché l’antifascismo è iscritto in ogni principio, articolo, parola della Costituzione che esprime un modello di Stato fondato sulla libertà, sulla democrazia e sulla giustizia sociale del tutto alternativo allo Stato totalitario fascista.
La reintroduzione della clausola dunque non solo costituisce una risposta forte ai rigurgiti neofascisti, ma anche ribadisce il carattere fondativo dell’antifascismo rispetto alla democrazia repubblicana contro ogni tentativo di riscrivere la storia, riabilitare il fascismo, delegittimare la Resistenza.
Rispetto ad una formulazione che chiedeva il riconoscersi nei “principi, norme e valori della Costituzione italiana democratica, repubblicana e antifascista” i dati politici rilevanti sono due:
- Una parte del centro-destra vicentino si è astenuto annegandosi così in una zona grigia “a-fascista” lontana dalla tradizione e dall’impianto culturale e mentale del moderatismo vicentino.
- L’altra parte, formata dai rappresentanti del maggior partito italiano, che esprime la Presidente del Consiglio, non ha partecipato alle votazioni ribadendo dunque in modo chiaro, inequivocabile e diretto la propria estraneità al ripudio del fascismo, la connessione sentimentale tra postfascismo e originaria matrice fascista e il proprio radicamento nel buio di un passato che non passa, nella tragedia di una stagione che non si è ancora conclusa, nel gorgo torbido di eventi, figure, immaginari, narrazioni, simboli, universi culturali a cui la destra italiana si richiama e che la rende irrisolta a differenza di altre formazioni europee certamente conservatrici, ma storicamente antagoniste al fascismo.
Il mondo antifascista può dirsi soddisfatto, ma anche preoccupato perché nelle viscere della società italiana e vicentina permane una impronta oscura che la rende permeabile alle seduzioni reazionarie oggi così come a quelle fasciste ieri.
Luigi Poletto (Presidente sezione ANPI “Nello Boscagli” della città di Vicenza)
Danilo Andriollo (Presidente provinciale ANPI)