Commemorazione dei 7 martiri di Grancona nell’80° anniversario dell’eccidio di Raffaele Bertesina, Silvio Bertoldo, Attilio Mattiello Guerrino Rossi, Ermenegildo Sartori, Mario Spoladore ed Ernesto Zanellato
VAL LIONA
Sabato 1 Giugno Escursione Didattica all’Oratorio di S.Antonio, luogo dell’eccidio, con gli alunni della Scuola Media
Sabato 15 Giugno – ore 20.30 Concerto del Canzoniere Vicentino “Nostra legge è Libertà” Canti dell’Antifascismo e della Resistenza nel Vicentino Aula Magna delle Scuola Media – Via Zuccante 10/a – Val Liona ENTRATA LIBERA
Domenica 16 Giugno
Commemorazione dei 7 Martiri
- ore 9.45 Ritrovo in Piazza Marconi a Pederiva.
- ore 10.00 Alzabandiera, Onori ai caduti e deposizione corona d’alloro.
- ore 10.15 Partenza del corteo verso il cippo di località Acque, Onori ai 7 Martiri e deposizione della corona d’alloro.
- ore 11.00 Arrivo all’oratorio di S. Antonio, luogo dell’eccidio:
- saluto del Sindaco di Val Liona.
- interventi delle autorità e degli ospiti.
- orazione ufficiale tenuta da Emilio Franzina, Storico.
La cerimonia sarà accompagnata dal Corpo Bandistico Pietro Ceccato di Montecchio Maggiore.
SI INVITANO I CITTADINI AD ESPORRE IL TRICOLORE
Da “Atlante stragi antifasciste” Nella primavera del 1944 il crescente numero di renitenti spinge i fascisti a pianificare azioni esemplari per debellare l’escalation del fenomeno. Dal 3 giugno 1944 un gruppo di sedicenti partigiani entra in contatto con i capi di un nutrito numero di renitenti e disertori nascosti nei boschi e nelle contrade sparse della val Liona, colli Berici occidentali. Si tratta in realtà di futuri brigatisti neri che per vincere la diffidenza fingono un’aggressione ad un noto fascista di Grancona e al figlio del podestà del limitrofo comune di Zovencedo a cui è strappata la camicia nera. Dopo due abboccamenti nei boschi, si stabilisce l’incontro per la sera dell’8 giugno all’oratorio di Sant’Antonio abate: ai 25-30 uomini che si concorda si presentino saranno fornite armi e automezzi per il trasferimento nelle montagne vicentine, dove le formazioni dei partigiani sono già attive. Nel pomeriggio dell’8 giugno si diffonde la voce che si tratti di una trappola. Un civile, Alberto Peruffo “Usche”, durante un viaggio in treno da Verona intercetta le vanterie della futura impresa di Grancona da parte di un gruppo di fascisti. Sceso dal treno, corre ad avvertire le potenziali vittime, riuscendovi solo in parte. La sera si presentano all’appuntamento in sette, che vengono prima barbaramente torturati e poi trucidati. Il Bertoldo, che morirà il giorno successivo in ospedale, riesce a raccontare la dinamica del fatto. Una volta catturati, i sette vengono invitati a giurare la loro fede partigiana, poi viene loro intimato di alzare le mani. Due vengono legati al collo e bastonati, gli altri cinque legati con filo di ferro alle gambe e alle braccia, insultati e seviziati. Le torture durano dalle 21,30 alle 23 circa, quando, trascinati sulla rampa di un laboratorio per lavorazione pietra prospiciente la strada provinciale, vengono finiti a raffiche di mitra. Giuseppe Sartori, fratello di Ermenegildo, vide i cadaveri nella cella mortuaria del cimitero il 9 giugno. Il corpo del fratello aveva capelli ritti e presentava fori di 27 proiettili, Bertesina aveva un buco nella fronte, probabilmente provocato da un grosso chiodo, anche gli altri presentavano segni di feroci torture. Il funerale si svolse il giorno dopo in cimitero poiché il parroco, don Giovanni Grigoletto, si rifiutò di portare in chiesa le vittime, asserendo di temere rappresaglie contro di lui.Articoli collegati:
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