L’idea di recuperare il rifugio della Missione “Dardo” è nata dopo il completamento del Sentiero del Partigiano e della Resistenza, su proposta di alcuni iscritti e abitanti delle contrade Caile e Benetti.
Il luogo del rifugio era noto ma difficilmente determinabile, come infatti si è dimostrato. Con l’aiuto però di Pietro Benetti e di Luciano Benetti e di altri, piano piano, scavando sul posto sono emersi i contorni del rifugio, ricavato a fianco di un’antica cava e da lì sono iniziati i lavori di recupero.
Come descritto sulla bacheca posta a fianco del rifugio, la Missione “Dardo” si insediò in contrada Caile ai primi di novembre del 1944 e come compiti principali aveva quelli di controllare il movimento delle truppe tedesche dopo l’insediamento del comando alle Fonti Regie di Recoaro e anche di procurare aviolanci per le formazioni partigiane.
Inutile dire che il lavoro è stato lungo e faticoso, sia per la quantità enorme di permessi, che con l’aiuto della Comunità Montana Agno-Chiampo abbiamo superato, sia per i tanti problemi relativi allo scavo del sito, legati soprattutto al recupero dell’antica cava a fianco del rifugio. Finalmente domenica 3 agosto abbiamo inaugurato il tutto, con la presenza di numerose persone, tanti amici, compagni e molte sezioni dell’ANPI. L’inaugurazione ha avuto inizio con i doverosi ringraziamenti fatti dal Presidente Claudio Floriani alle molte persone che hanno contribuito al progetto e con l’intervento del Presidente Provinciale Mario Faggion che ha illustrato i fatti e la storia della Missione. L’evento si è concluso con il taglio del nastro e la visita del rifugio. L’evento è continuato poi con un rinfresco accompagnato da una band di giovani che hanno proposto alcune canzoni patriottiche in modo del tutto originale, molto apprezzate dai presenti.
E’ stata una giornata carica di significato e anche di gioia e condivisione che fa onore a molte persone, in particolare modo al Direttivo della Sezione ANPI di Recoaro Terme.
Ora il rifugio diventerà certamente un punto di attrazione sia per chi vuole conoscere la storia, sia per le scolaresche che vorranno visitarlo, trovandosi esso a pochi passi dal percorso del “Sentiero del Partigiano“, già frequentato da molti appassionati.
Muoversi in questi luoghi è come visitare un museo della Resistenza all’aperto; un museo che con quest’opera si è arricchito di un nuovo importantissimo reperto.
Claudio Floriani
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