Saluto del Coordinamento Provinciale Donne ANPI
Ciao Teresa.
Nella tua lunga vita sei stata una roccia e un faro per la tua famiglia e per tutti noi amici e compagni, una presenza sempre sorridente ed accogliente, una guida amorevole e sicura.
Sei stata un esempio per noi e per tutte le donne e gli uomini che ti hanno conosciuto, non ultimi tutte le studentesse e gli studenti ai quali hai parlato in numerosissime occasioni.
Oggi siamo qui per ringraziarti, Teresa, e ringraziare insieme a te anche tutte le donne partigiane che tu stessa ricordavi sempre perché, senza voi donne partigiane, la Resistenza forse non ci sarebbe stata.
Grazie a te e a tutti i protagonisti della Resistenza per tutto quello che avete fatto: vi siete sacrificati, avete sofferto, avete rischiato la vita per donarci un’Italia libera, democratica, antifascista, giusta e solidale.
Grazie, Wally, perché ti sei prodigata per tutta la vita per ricordare questi valori. Grazie Wally perché ci hai trasmesso la voglia di continuare a lottare per un mondo migliore, dove ci siano dignità, diritti, uguaglianza e pace per tutte e tutti!
Ciao, carissima partigiana Wally! Da tutte le donne del Coordinamento Provinciale Donne ANPI
Orazione di Danilo Andriollo, Presidente Anpi Provinciale Vicenza
Sono qui a nome della Sezione ANPI di Cornedo, la Sezione alla quale era iscritta Teresa Peghin, la partigiana “Wally”, delle Sezioni della Valle dell’Agno e di tutta l’ANPI provinciale.
Spero di riuscire a rappresentare ciò che ci siamo scambiati dopo la dolorosissima notizia della morte di Teresa.
E’ difficile parlare di lei al passato. Averla conosciuta, aver potuto godere della sua compagnia, averla ascoltata in più occasioni, forse avevafatto crescere l’illusione di poter continuare a farlo.
Ma, inevitabilmente, ciò non è stato possibile. Vorrei ricordarla partendo dall’ultimo incontro a casa sua, due settimane fa. Ci accolse con il suo sorriso, che non era mai formale e di circostanza, ma rappresentava la felicità nel ricevere l’ospite.
Nonostante i dolori della malattia la limitassero e condizionassero, riusciva ancora ad esprimere la propria gioia per l’incontro. Il sorriso e, a volte, la risata, erano il regalo che ci faceva quando ci si trovava in compagnia o quand’era, felice, tra i suoi figli e nipoti.
Al momento di salutarci, rivendicò, ancora una volta, il proprio orgoglio per ciò che aveva fatto.
Era fiera per la sua preziosa attività di staffetta, per la sua vita e per la sua famiglia. Un orgoglio intimo, il suo; mai esibito, che però si percepiva con nettezza. Orgoglio accompagnato da dolore, quando parlava di Renata e Renato, i figli che
le erano morti, o di suo padre, vittima della spietata uccisione da parte della Brigata Nera di Valdagno. L’orgoglio di una donna che ha attraversato un intero secolo.
Amava la natura e il vivente non umano, cui si dedicava fin da quando, bambina, andava in montagna con i nonni. Amava l’umanità, mi viene da dire. E di amore per gli altri parlava costantemente nei brevi, intensi e profondi discorsi che teneva nel corso delle nostre cerimonie resistenziali e commemorative.
Era una donna mite, dolce, amorevole: questi i tratti evidenti della sua personalità, accompagnati da acume, arguzia e intelligenza, che durante la Resistenza le permisero di superare ostacoli e uscire indenne da situazioni potenzialmente pericolose, come quando si trovò in auto tra due ufficiali tedeschi o non si fece intimidire dalle domande di un paio di fascisti che la stavano cercando. La sua mitezza era accompagnata da fermezza e coerenza, che le permisero di crescere i propri figli e figlie in modo esemplare, insieme al marito Umberto.
Una donna del ‘900, Teresa, che ha accettato di lasciare il lavoro con il crescere della famiglia senza mai rinunciare alla sua personalità e alla sua dignità di donna libera; di una libertà conquistata a caro prezzo, per sé e per le altre, e per questo non scambiabile né cedibile.
Libertà che rivendicava nell’esprimere la sua opinione di donna mai sottomessa. Come quando, pur accettando il nome di battaglia che era stato indicato dal comando di Brigata, ci tenne a sottolineare che lei ne avrebbe voluto un altro.
Una donna retta e onesta, che odiava bugie e ipocrisie, soprattutto quando venivano da persone con responsabilità pubbliche o con ruoli istituzionali: contro costoro esprimeva il suo disappunto e la sua rabbia, non sopportando chi avrebbe il dovere di dare l’esempio e dimostra invece ansia di potere, arroganza e mancanza di rispetto per gli altri, soprattutto i più deboli e in difficoltà.Detestava i prepotenti, che riconosceva rapidamente grazie al suo acume e alla sua capacità di comprendere la realtà, dovuta alle sue letture, alle quali si è dedicata con costanza fino all’ultimo e all’ascolto delle notizie provenienti dall’Italia, dall’Europa e dal mondo in questi tempi tristi. Era avida di conoscenza e informazioni.
Amava la pace e la giustizia. Soffriva molto per il prevalere di logiche di guerra e per i conflitti in corso e invitava costantemente i giovani, quando li incontrava nelle scuole, ad impegnarsi per la pace; come sa fare chi ha vissuto e sofferto una guerra devastante, dovendo inoltre subire le più nefande ingiustizie del regime fascista, violento e corrotto.
Amava la Costituzione, con l’amore di chi ha maturato nel tempo la consapevolezza di essere stata protagonista della nascita della nuova Italia, insieme a tante e tanti altri; avendo vissuto, impegnata in prima persona, nei luoghi in cui è nata la Costituzione repubblicana, democratica e antifascista, ricordati in modo mirabile da Piero Calamandrei.
Teresa negli ultimi tempi sentiva la necessità di esprimere il suo pensiero ovunque riusciva, per l’urgenza di ricordare coloro che erano morti per la nostra libertà, per la pace e la democrazia. E questo concetto voleva trasmettere in particolare alle e ai giovani. Richiamava spesso la sua tristezza, mortificazione e angoscia per le guerre che provocano morte e distruzioni in troppi luoghi del mondo e per i tentativi, che continuano, di colpire la Costituzione, frutto prezioso della lotta sua e delle sue compagne e compagni. Lo faceva con nettezza e insieme pudore, lasciandoci anche in questo senso un importante insegnamento.
Noi, che con umiltà e una punta di orgoglio portiamo avanti l’Associazione di chi ha lottato per un mondo migliore e ha combattuto la guerra di Liberazione, abbiamo assicurato a Teresa che non dimenticheremo i valori e gli ideali che ci ha trasmesso in tanti anni e che faremo tutto ciò che è nelle nostre facoltà e possibilità per continuare a farli conoscere a chi è più giovane di noi. Lo sentiamo come un dovere, morale e civico, soprattutto per chi, come noi, ha potuto conoscere e frequentare partigiane e partigiani e, a volte, godere della loro amicizia e vicinanza.
Ci conforta vedere oggi i suoi nipoti salutarla portando al collo il fazzoletto della sua, della nostra Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Fazzoletto che lei ha sempre portato con fierezza nel corso delle nostre cerimonie, a testimonianza della dedizione e dell’impegno di una vita.
A voi figlie, figli e nipoti di “Wally” chiediamo un aiuto, e le sollecitazioni, se necessarie, per tenere viva la sua memoria e i suoi ideali. E ringraziamo Nello, Ettore, Vilma, Silvio e Natalina per l’attenzione e l’affetto dedicati a Teresa nel corso degli anni e per le cure, ancor più amorevoli dopo che si è evidenziata la malattia che l’ha portata rapidamente alla morte.
Una ragazza impegnata nell’ANPI, che ha incontrato Teresa due mesi fa, ha scritto che “a Teresa in particolare va un ringraziamento colmo di affetto, ammirazione e riconoscenza per tutto ciò che ha fatto e continua a fare. Il suo esempio ci farà da guida e da ispirazione”. Un’ulteriore dimostrazione che le parole di Wally hanno lasciato il segno fino all’ultimo. La sua buona semina è dimostrata dalla nostra presenza qui, oggi. Siamo in tante e tanti per lei e per i valori e ideali che ci ha trasmesso.
Vorrei concludere con una poesia, che una scrittrice e poeta locale – Cristina Lora – le ha dedicato appena saputo della sua morte. In pochi versi raccoglie il senso di una vita:
Ora veglia da lassù questa nostra Umanità
confusa
disorientata
sola.
Ora veglia da lassù
la Libertà per cui hai vissuto una vita intera
per la quale hai lottato
amato
sofferto.
Ora veglia da lassù la nostra povertà
il nostro mondo fragile
le nostre paure
le nostre debolezze.
Ora veglia da lassù la forza
che ci hai donato
sulla Terra.
Ora veglia da lassù
il cammino
di ogni Uomo.
Ora veglia da lassù
il tuo Sorriso
colmo di coraggio.
Ora veglia da lassù
Addio Teresa, addio Wally, Bella ciao.
Cristina Lora