Il ricordo del dr. Antonio Nicolussi, di seguito riportato, trae spunto dalla commemorazione, fatta dal presidente dell’ANPI provinciale Mario Faggion, nel Duomo di Thiene, in occasione del suo funerale.
Dal Patriota dell’Aprile 2011, pubblicazione dell’ANPI della provincia di Vicenza.
Mercoledì 28 luglio 2010 nel duomo di Thiene abbiamo portato l’ultimo saluto ad un nostro stimato dirigente, il caro amico e compagno Antonio Nicolussi, appartenente ad una straordinaria famiglia di combattenti per la libertà e la giustizia.
Una folla imponente di amici, di cittadini, di rappresentanti delle Associazioni partigiane A.N.P.I. e A.V.L. e dell’Associazione Combattenti e Reduci, con diverse bandiere delle loro Sezioni, si è stretta attorno alla moglie Mildred, ai figli Arianna, Silvia, Massimo ed Elisabetta e ai loro congiunti, ai dieci nipoti molto amati, alla sorella Maria e a tutti i parenti in segno di cordoglio e di solidarietà.
La sua scomparsa, inattesa e repentina, ha colpito profondamente tutta la nostra Associazione, perché Antonio per molti anni è stato un dirigente autorevole dell’A.N.P.I., a Thiene e in sede provinciale; era anche membro del Consiglio Nazionale.
Tra i suoi impegni e obiettivi il più prezioso è stato quello di costruire una nuova leva di giovani democratici e antifascisti sul piano civile e culturale, per formarli e renderli consapevoli dei tempi difficili che sta vivendo la nostra società democratica.
In questo lavoro ha contribuito a conseguire buoni risultati a livello locale e negli organismi superiori (Comitato e Segreteria Provinciale, Presidenza).
Antonio è nato a Pedescala nel 1930, ultimo di cinque fratelli (Giovanni, Renato, Mario, Maria e lui, Toni), in una famiglia di ceto medio. Il padre Giuseppe era insegnante elementare e, dintesa con la moglie, ha cresciuto i suoi figli in un ambiente sereno, laborioso e responsabile.
Il loro compito era quello di studiare con diligenza e serietà e di contribuire al bilancio familiare nei mesi estivi. Il nonno infatti aveva una malga in Folgaria, ai confini con Lastebasse.
D’estate tutta la famiglia si trasferiva in montagna e ciascuno aveva la sua mansione nell’accudire gli animali e nello svolgere i lavori ausiliari per la produzione del burro e del formaggio.
Il maestro Nicolussi era antifascista e così i figli sono cresciuti liberi e uniti. Tutti hanno conseguito il diploma delle scuole superiori e tre si sono pure laureati. In quel periodo abitavano a Grumolo Pedemonte, perché il padre insegnava a Centrale di Zugliano.
Dopo l’otto settembre 1943 la famiglia Nicolussi ha sostenuto la Resistenza contro i nazifascisti. Giovanni, Renato, Mario e Maria erano partigiani e staffette della brigata Mazzini che avevano, insieme ad antifascisti e famiglie di Thiene e dei Comuni vicini, fondato partecipando ai primi incontri o e alle prime azioni militari.
Antonio ha collaborato con loro, vivendo tutte le vicende della Guerra di Liberazione nel Thienese.
Il fratello Renato (Bepo all’inizio e poi Silva in seguito alla morte tragica di Francesco Zaltron ”Silva”, Medaglia d’Oro) è stato comandante della brigata Mazzini nell’ultima fase della lotta e nei giorni della Liberazione, riuscendo anche ad ottenere, il 29 aprile 1945, la resa della XaMAS, firmata dal generale Corrado. Anche Antonio ha partecipato agli scontri degli ultimi giorni; è stato un uomo della Resistenza pure lui, per la sua famiglia, per i suoi fratelli e per diretta esperienza.
Dopo la guerra egli si è laureato in medicina e specializzato in pediatria, svolgendo la sua professione con amore e dedizione, prima come medico e poi come primario all’ospedale di Malo e al Boldrini di Thiene. Varie generazioni di bambini thienesi hanno potuto ricevere le sue cure e conoscere la sua sensibile umanità.
Anche lui, con la cara Mildred, ha formato la sua famiglia, solida, libera e unita come quella paterna, crescendo i figli nell’amore per lo studio e per gli ideali di libertà e giustizia.
Per dieci anni è stato consigliere comunale socialista di Thiene, dedicando le sue capacità alla soluzione dei problemi della Comunità.
Ha profuso inoltre le sue energie nell’ANPI e nell’ISTREVI, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Vicenza, sempre aperto ai giovani e alla loro educazione, secondo i valori della Resistenza e della Costituzione.
Ha coltivato gli ideali della giovinezza e della Liberazione nella professione, in famiglia, nelle Istituzioni, nell’A.N.P.I., nella società.
La sua perdita ci addolora ma ci sostiene il suo insegnamento e il suo coerente comportamento.
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