La partigiana nuda : Poesia per Maria Erminia Gecchele “Lena”
A Maria Erminia Gecchele “Lena” di Egidio Meneghetti La partigiana nuda Dal Santo do batude longhe, fonde, rompe la note carga de paura, e da Palasso Giusti ghe risponde un
A Maria Erminia Gecchele “Lena” di Egidio Meneghetti La partigiana nuda Dal Santo do batude longhe, fonde, rompe la note carga de paura, e da Palasso Giusti ghe risponde un
Ora veglia da lassù questa nostra Umanità confusa disorientata sola. Ora veglia da lassù la Libertà per cui hai vissuto una vita intera per la quale hai lottato amato sofferto.
AUSCHWITZ Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola, amore, lungo la pianura nordica, in un campo di morte: fredda, funebre, la pioggia sulla ruggine dei pali e i grovigli di ferro
Come l’acqua pura di una volta,come l’aria dei nostri monti,come la forza dell’amicizia,come l’amore della mia donna,come il sorriso di un bimbo,come la solidarietà del bene,come l’odio per le guerre,come
PARTIGIA Dove siete, partigia di tutte le valli, Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse? Molti dormono in tombe decorose, quelli che restano hanno i capelli bianchi e raccontano ai figli dei
PER I MORTI DELLA RESISTENZA Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce. Giuseppe Ungaretti
LA RESISTENZA E LA SUA LUCE Così giunsi ai giorni della Resistenza senza saperne nulla se non lo stile: fu stile tutta luce, memorabile coscienza di sole. Non poté mai
MEMORIA Gli uomini vanno e vengono per le strade della città, comprano libri e giornali, muovono a imprese diverse. Hanno roseo il viso, le labbra vivide e piene. Sollevasti il
Quel giovane tedesco Quel giovane tedesco ferito sul Lungosenna ai piedi d’una casa durante l’insurrezione che moriva solo mentre Parigi era urla intorno all’Hotel de Ville e moriva senza lamenti
Ai quindici di Piazzale Loreto Esposito, Fiorani, Fogagnolo, Casiraghi, chi siete? Voi nomi, ombre? Soncini, Principato, spente epigrafi, voi, Del Riccio, Temolo, Vertemati, Gasparini? Foglie d’un albero di sangue, Galimberti,
Per un compagno ucciso Eri ogni ora dentro la quieta letizia Dell’uomo che ha vinto i tiranni; Non temevi gli inganni della nostra malizia Non chiedevi più niente al tuo
E il tuo fucile sopra l’erba del pascolo.Qui siamo giuntiSiamo gli ultimi noiQuesto silenzio che cosa.Verranno oraVerranno.E il tuo fucile nell’acqua della fontane.Ottobre vento amaroLa nuvola è sul monteChi parlerà
Quel giovane tedescoferito sul Lungosennaai piedi d’una casadurante l’insurrezioneche moriva solomentre Parigi era urlaintorno all’Hotel de Villee moriva senza lamentila fronte sul marciapiede.Quel fascista a Torinoche sparò per due oree