L’assoluzione di 12 neofascisti, denunciati perché in evidente comportamento apologetico del fascismo, ci lascia perplessi e ci preoccupa. Temiamo che questo rappresenti un modo di applicare la recente sentenza delle Sezioni unite della Cassazione, che può dar adito ad interpretazioni quali quelle scelte dai giudici vicentini. Non è nostra abitudine intervenire sui provvedimenti della magistratura e attenderemo le motivazioni di questa ultima sentenza per comprendere le ragioni che hanno indotto il Tribunale di Vicenza ad assolvere coloro che, sistematicamente, di anno in anno vengono a Schio per esibire i loro simboli con espliciti riferimenti alla Repubblica Sociale Italiana del Mussolini post 25 luglio e 8 settembre 1943 e compiere gesti che a quel regime esplicitamente si richiamano.
Continuiamo a ribadire che, a nostro avviso, quelle esibizioni e quei gesti configurano comportamenti di chiara apologia del fascismo, non dimenticando che gli stessi organizzatori si sono dichiarati fascisti.
Questo è il carattere delle manifestazioni che si ripetono ogni anno, in occasione dell’anniversario dell’Eccidio di Schio. Nessun tentativo di edulcorarne il significato, tentando di farle passere come cerimonie di commemorazione delle vittime di quel tragico avvenimento, può e potrà nascondere quel preciso e rivendicato significato.
Non vengono a commemorare ma a strumentalizzare i morti nella tragica sparatoria. Per questo continuiamo a rivolgerci alle istituzioni perché prendano le distanze, condannino e vietino quella presenza e per questo continueremo a denunciare quei comportamenti.
Osserviamo inoltre che la notizia dell’assoluzione appare il giorno in cui si viene a conoscere che è stato arrestato un giovane per le sua iniziative neonaziste, razziste e omofobe. Ciò dimostra, a nostro parere, la pericolosità della sottovalutazione di comportamenti che, se legittimati, potrebbero portare ad atteggiamenti e fatti più gravi, che ci auguriamo non accadano.
Danilo Andriollo
Presidente ANPI Vicenza
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