E’ noto che il ruolo dei militari e degli ex militari nella Resistenza è stato importante per il loro apporto di esperienza nell’uso delle armi e degli esplosivi, nell’organizzazione delle formazioni, nella tattica delle azioni, nella tecnica di guerra. Prima dell’8 settembre i giovani soldati delle nostre zone, inquadrati per lo più nelle formazioni alpine, hanno vissuto esperienze importanti e devastanti nelle campagne di Grecia, Jugoslavia e in Russia. Dopo l’8 settembre 1943 molti di loro rifiutarono di ritornare nuovamente sotto le armi della RSI, si diedero alla macchia e aderirono al movimento di Resistenza al nazifascismo, fornendo un contributo fondamentale, talora eroico, alla Liberazione del nostro Paese. Per fare solo qualche esempio, basti ricordare il capitano Antonio Giuriolo “Toni”, l’ing. Giacomo Chilesotti “Nettuno”, l’artigliere Germano Baron “Turco “, il colonnello Giovanni Fincato, tutti vicentini, tutti alpini, poi partigiani e tutti decorati di Medaglia d’Oro al Valore.
E’ vero, ci sono stati anche alpini che hanno fatto scelte diverse o furono obbligati a farle dopo l’8 settembre, ma erano sicuramente una minoranza.
In ogni caso, abbiamo notato che nelle manifestazioni e nei raduni delle Associazioni d’Arma la storia riguardante il periodo dal 1943 al 1945 non trova generalmente spazio, forse perché non è stata mai abbastanza approfondita. In particolare quella degli Alpini sembra fermarsi alla ritirata di Russia. Riteniamo invece che la conoscenza della propria storia e del proprio passato sia, anche per chi è in armi o lo è stato, la premessa per evitare equivoci e possibili strumentalizzazioni e per vivere pienamente i valori della libertà e della democrazia.
Su questi argomenti abbiamo ritenuto opportuno proporre un momento di discussione, organizzando un apposito convegno in concomitanza con il Raduno Triveneto degli Alpini che era in programma il 15 e 16 giugno 2013 a Schio. L’Amministrazione Comunale di quella città, insieme con l’ISTREVI, hanno dato subito il pieno sostegno all’iniziativa, che ha trovato poi l’adesione dell’A.N.A., la collabo-razione della Direzione dell’ITIS “De Pretto” di Schio e la partecipazione dell’AVL. Il convegno, incluso tra le manifestazioni del Raduno, si è tenuto quindi il 4 giugno 2013 presso l’Aula Magna del suddetto Istituto e si è svolto in due tempi: al mattino per gli studenti e gli insegnanti delle Scuole della Città e la sera per il pubblico.
In entrambi gli incontri relatore è stato il Generale Enrico Pino – Comandante del Comando Esercito Veneto – il quale è anche uno degli storici ufficiali dell’esercito stesso. La sua relazione è stata molto interessante e per certi aspetti innovativa. Infatti egli ha autorevolmente illustrato come la partecipazione dei militari, e quindi degli Alpini, alla Resistenza sia stata più vasta di quello che normalmente si pensa. Essa si è sviluppata secondo quattro direttrici. La prima è la Resistenza armata di coloro che sono entrati nelle file dei partigiani. La seconda è quella effettuata dai militari, che alla proclamazione dell’armistizio si trovavano all’estero e che, unitisi alle forze degli Stati in cui si trovavano, hanno combattuto contro i tedeschi. La terza è la Resistenza degli oltre 600 mila militari, tra cui molti alpini, che sono stati catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre ed “internati” nei campi di concentramento in Germania e che si sono rifiutati di ritornare “liberi” in Italia se avessero servito ancora il nazifascismo. La quarta è quella dei reparti militari che operarono nell’esercito italiano del Regno del Sud e che hanno combattuto contro i tedeschi a fianco degli Alleati angloamericani, risalendo con essi la Penisola. Se l’Italia di oggi è libera, democratica e pacifica la si deve anche a loro. Gli studenti del mattino (circa 180), con i loro insegnanti, hanno seguito con molto interesse il convegno, anche perché i vari interventi sono stati intercalati da alcuni canti della Resistenza a cura di Michela Rossato e Michele Vencato. Ma particolare attenzione essi hanno riservato alla testimonianza del 92enne Giobatta Danda, sottotenente degli alpini, reduce di Russia, divenuto poi il partigiano “Vestone” comandante della Brigata “Rosselli”. L’incontro che doveva concludersi alle 12, è infatti proseguito per altri tre quarti d’ora.
All’incontro serale, oltre alla presenza del Gen. Enrico Pino che ha ripetuto, sviluppandola, la relazione del mattino, vi è stata anche la partecipazione del Generale degli Alpini Domenico Innecco, che ha svolto una relazione un po’ fuori dal tema “essere alpini oggi“, incentrando il suo intervento sulla storia di due divisioni, tra cui la famosa Osoppo, quest’ultima protagonista del dramma di Porzus. Ne è seguita la testimonianza di Giancarlo Fincato, figlio del Colonnello degli Alpini Giovanni Fincato, che ha raccontato la storia del padre . Il suo intervento è stato molto pregnante e pieno di valori ed ha concluso degnamente la serata. Importante è stata la presenza del sindaco di Schio Luigi Dalla Via e validissima la conduzione del convegno da parte del moderatore, il dott. Massimiliano Marangon.
Articoli collegati:
- Gino Manfron "Ivan" (1922-2010) 4 Giugno 2010
- Giobatta Danda "Vestone" (1922-2014) 20 Luglio 2014
- Santo Peli - Storie di GAP 1 Maggio 2015