L’interrogazione dell’on. Pretto è esplicitamente finalizzata a colpire l’ANPI in quanto erede diretta della Resistenza al nazifascismo e a delegittimare la Liberazione – di cui quest’anno ricorre l’80° – ovvero l’evento fondativo, sia sotto il profilo storico-politico che sotto il profilo dell’etica pubblica, della democrazia repubblicana e della Carta Costituzionale.
L’interrogante fa riferimento alla tragedia delle foibe su cui l’ANPI ha formulato alcuni documenti da cui si ricava il radicale rifiuto di ogni negazionismo, riduzionismo e giustificazionismo rispetto a tali eccidi. Parimenti l’ANPI, in ciò assistita dalla migliore storiografia:
- ha contestato l’unilateralismo nazionalistico con cui è trattata la questione del confine orientale;
- ha confutato la tesi della “pulizia etnica” in quanto gli eccidi ebbero obiettivi punitivi, intimidatori ed epurativi di natura politica;
- ha confutato l’equiparazione tra Shoah e Foibe per la diversa scala dimensionale e per l’assenza della componente etnica;
- ha contestualizzato queste tragedie nell’ambito dell’opera di snazionalizzazione della popolazione slava praticata dal fascismo, della guerra di aggressione del 1941 e dei crimini di guerra di cui furono responsabili le truppe nazifasciste di occupazione.
Slogan del tipo “Uccidere un fascista non è reato” sono già stati stigmatizzati dall’ANPI per la quale il rispetto della legalità repubblicana e la pratica della nonviolenza sono pilastri costitutivi.
L’ANPI è una associazione politica e non partitica ad impianto pluralistico in cui convivono diverse idealità accomunate dalla ostilità al fascismo passato, presente e futuro ed opera a difesa e per l’attuazione della Costituzione.
Quel fascismo a cui l’attuale destra di governo non è in tutta evidenza estranea perché è in esso che trova le sue radici più profonde come attestano in modo inequivocabile i continui tentativi di riscrivere la storia di questo Paese, di modificare l’equilibrio dei poteri dello Stato, di comprimere diritti civili e sociali.
Continueremo dunque – con spirito libero e coscienza democratica – a preservare la memoria della Resistenza e a lottare contro il fascismo di oggi e di domani e contro i suoi eredi.
Luigi Poletto
(vicepresidente provinciale ANPI)