Dal Giornale di Vicenza di mercoledì 1 giugno 2016.
«La Festa della Repubblica è quanto mai attuale e densa di significato». Non ha dubbi Danilo Andriollo, neopresidente dell’Anpi provinciale. E spiega perché la giornata di domani è importante.
Ha ancora senso questa festa, a distanza di 70 anni? Non rischia di essere un appuntamento retorico e ormai superato?
Il fatto stesso che, negli ultimi anni, anche questa celebrazione abbia ripreso ad essere molto affollata e partecipata, ci rivela che è tutto fuorché un appuntamento superato. Il 2 giugno sono avvenute tre cose. Prima di tutto è nata la Repubblica, poi le donne hanno votato per la prima volta su scala nazionale ed infine è stata eletta l’assemblea costituente che ha portato alla stesura della nostra Costituzione. E ricordare questo avvenimento ha un senso perché il messaggio di allora è sempre attuale.
E qual è?
È un messaggio di impegno: dobbiamo di difendere la democrazia come bene supremo e salvaguardare la nostra Costituzione.
A ottobre ci sarà il referendum costituzionale, ritiene anche lei che la riforma del governo sia così dannosa?
Non lo dico io, ma fior fior di costituzionalisti. Intervenire su 47 articoli della seconda parte, infatti, può mettere seriamente in discussione anche la prima. Ma il vero problema è che il combinato disposto tra la riforma costituzionale e la legge elettorale, che noi vogliamo cambiare, e infatti stiamo raccogliendo le firme per andare a referendum e modificare l’Italicum, crea il rischio di un accentramento di potere nelle mani del premier, svuotando tutti gli altri poteri istituzionali. Ed è la ragione per cui l’Anpi è per il No alla riforma costituzionale. Il rischio di scardinare alcune basi del nostro sistema democratico è troppo alto, per cui noi siamo contrari.
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