Riportiamo l’editoriale di Carlo Smuraglia pubblicato sul numero speciale di Patria Indipendente, il periodico dell’ANPI.
Uno storico, di recente, ci ha sostanzialmente invitato (sarebbe meglio dire “sfidato”) ad affrontare il 70° anniversario della Liberazione senza pregiudizi e indulgenze, superando “finte memorie” e “concezioni monumentali” della Resistenza.
Un invito (o una sfida) che – per quanto riguarda l’ANPI – cade nel vuoto, perché è da molto tempo che abbiamo superato ogni visione puramente trionfalistica ed abbiamo recepito (e concretamente attuato) una concezione della memoria che è priva di pregiudizi e punta non solo al doveroso ricordo, ma anche e soprattutto all’informazione, alla conoscenza, alla riflessione.
È con questo spirito che abbiamo affrontato anche il 70° anniversario; e questo fascicolo speciale di “Patria” ne é rigorosa dimostrazione; non vogliamo “celebrare”, né accreditare veri o falsi “miti”; conosciamo le luci e le ombre e su questo grandioso fenomeno vogliamo discutere con serena e limpida franchezza.
Non accettando, però, i revisionismi, espliciti o sottintesi e le concezioni riduttive di un periodo storico di cui gli italiani consapevoli sono, e devono essere, orgogliosi. Purtroppo, c’è molta disinformazione; la scuola non ha fatto e non fa il suo dovere fondamentale, che è quello di aiutare a crescere dei veri “cittadini” che guardano al presente e al futuro, ma restano ancorati ad un passato che conoscono e sul quale riflettono.
Non solo, dunque, destiniamo questo fascicolo “speciale” soprattutto ai giovani, ma vorremmo che esso fosse occasione e stimolo per ricordi, riflessioni, elaborazioni consapevoli, che ci facciano avvertiti dei pericoli che una democrazia può correre e di come essi possano essere superati con una vera coscienza civile e con un impegno solidale. Non si esaurisce con questo fascicolo, il nostro compito; e non solo perché lo faremo pervenire ai giovani ed alle scuole e su ciò che esso contiene favoriremo discussioni e incontri, ma anche perché abbiamo in programma iniziative nazionali sugli scioperi del 1943 e 1944 (in parte già svolte a Torino, Milano, Savona e tante altre città), sulle Repubbliche partigiane, sul contributo del Mezzogiorno alla guerra di Liberazione, in tutte le sue forme: temi che saranno oggetto di convegni e dibattiti, mentre il Coordinamento donne dell’ANPI sta preparando una grande ricerca e un importante Convegno sui “gruppi di difesa della donna” e, in definitiva, sul ruolo che le donne hanno avuto (ed hanno ancora) per la creazione di una società democratica, dopo gli orribili anni di dittatura fascista.
Siamo consapevoli che vi sono non poche difficoltà, perché questa Nazione, come ha scritto Sabino Cassese, è ancora “una Nazione senza Stato” ed anche perché, come altrettanto bene ha osservato De Luna, non abbiamo ancora costruito quella memoria – se non del tutto condivisa – almeno collettiva, che è poi il fondamento stesso della convivenza civile.
Viviamo in un Paese nel quale c’è una certa tendenza alla smemoratezza, nel quale troppo spesso la cronaca prevale rispetto alla storia, in cui molti pregiudizi riescono a sopravvivere approfittando di alcune, complessive e ormai quasi strutturali, carenze di cultura democratica.
C’è dunque necessità, non solo di vincere l’indifferenza e la rassegnazione, in un Paese disgregato e disilluso, ma anche di vincere quelle sacche di non conoscenza (sarebbe troppo forte chiamarla ignoranza) che non aiutano certamente né a capire il presente né a nutrire fondate speranze per il futuro. È soprattutto ai giovani che dobbiamo non già impartire lezioni, ma semplicemente far capire il coraggio e la bellezza di quelle scelte, che condussero tanti a impegnarsi e perfino a perdere la vita, per la libertà; a far apprezzare la Resistenza per quello che è davvero stata, cioè un grande movimento di reazione alla sopraffazione, alla dittatura, alla barbarie, a far conoscere e sentire come propria questa Costituzione che di quella lotta è stata il frutto maturo e durevole nel tempo.
C’è bisogno, in questo Paese, non solo di razionalità (della quale, peraltro, c’è sempre una grande necessità), ma anche di sentimenti, che spingano al culto della libertà, della legalità, della democrazia.
Perché parlo di “sentimenti”? Perché c’è bisogno di metterci il cuore, in questa grande partita che il Paese si trova a giocare contro la crisi, contro la degenerazione politica, morale e spesso anche culturale.
Additare e far conoscere gli esempi di quelle scelte, di quei “venti mesi” (che in realtà sono molti di più, perché c’è stata tutta la Resistenza non armata, c’è stato il rifiuto della guerra, c’è stato tutto il percorso dell’antifascismo, dal 1922 in poi, una scia di lutti dolorosissimi, di carcerazioni protrattesi per anni, di confino, di persecuzioni), in cui è sorta un’Italia nuova, una concezione di “patria” che non c’era mai stata prima, né nel periodo liberale, né tanto meno nell’epoca della retorica fascista; c’è stata, infine, quella che è stata, giustamente, definita la cultura e la moralità della Resistenza. Tutto questo vogliamo che esca dalle manifestazioni che, in questo triennio, saranno dedicate al 70° della Liberazione; tutto questo vogliamo trasmettere con i contenuti ricchissimi di questo numero speciale di “Patria”; per contribuire alla rinascita ed al riscatto di un Paese in crisi, sulla base di una memoria che non si cancella, di esempi che non si possono dimenticare, di valori che sono stati affermati attraverso una lotta complessa, difficile, sproporzionata rispetto alle forze del nemico ma ugualmente capace anche di grandiosi successi e di contribuire in modo decisivo alla vittoria finale. Intendiamo, insomma, offrire un contributo alla memoria ed alla conoscenza, ma anche alla diffusione di sentimenti ed idealità nuove ed antiche, non ultima – e prima di tutto – la speranza di un futuro migliore.
Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI
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