LA LEGGE
- conferisce alle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata una vasta quantità di competenze, tagliando fuori lo Stato, su materie fondamentali fra cui la sanità, la scuola, le grandi infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la politica energetica;
- svuota di poteri il Parlamento e ignora i Comuni, consegnando un potere enorme e squilibrato ai presidenti regionali;
- toglie risorse allo Stato trasferendole alle Regioni che usufruiscono
- dell’autonomia differenziata;
Ci saranno - leggi diverse e contraddittorie fra le Regioni;
- diritti maggiori o minori per cittadini a seconda della Regione di residenza;
- diversi sistemi sanitari, alcuni molto finanziati, altri poco finanziati, e persino una scuola diversa a seconda della Regione. Addio scuola pubblica nazionale!
Il potere contrattuale dell’Italia nell’Unione Europea diminuirà perché sarà impossibile proporre a Bruxelles – per esempio – un piano articolato di infrastrutture nazionali.
Sarà molto più difficoltosa qualsiasi attività di lavoro e imprenditoriale perché si frantumerà il sistema di servizi e infrastrutture dell’intero Paese danneggiando le stesse regioni del nord, perché avranno nuove difficoltà nei mercati, per esempio, del Mezzogiorno e della stessa Unione Europea.
In sostanza peggioreranno i servizi sociali, il lavoro, le imprese, cioè la vita quotidiana di tutti, si romperà l’unità del Paese, si aumenteranno le disegua-glianze. Tutto ciò, in palese contrasto con la Costituzione che sancisce che la Repubblica è una e indivisibile, persegue l’eguaglianza dei cittadini, impone il dovere inderogabile della solidarietà.
FIRMA PER IL REFERENDUM ABROGATIVO!