Inaccettabile e sgomentante la bocciatura
da parte della maggioranza del consiglio comunale della mozione riguardante
“Una nuova lapide commemorativa in Piazza Giacomo Matteotti”
Il Consiglio comunale di Vicenza nei giorni scorsi ha deciso, a maggioranza, di respingere una mozione presentata da alcuni consiglieri indirizzata a collocare una nuova lapide commemorativa in Piazza Giacomo Matteotti con esplicitazione dell’impegno antifascista di Matteotti e l’apposizione della frase “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai”.
Si è trattata di una decisione inaccettabile e sgomentante.
- Inaccettabile perché la figura di Matteotti appartiene al giacimento moraledell’intera comunità italiana per il suo impegno antifascista, per la sua denuncia delle violenze fasciste e per il suo sacrificio per i diritti di libertà. Fare memoria oggi significa conservare il ricordo di chi ha lottato contro la dittatura a prezzo del bene prezioso della vita e consegnarlo alle future generazioni a perenne ammonimento che la libertà è un bene che ci è stato donato, ma che può anche essere perduto se il tessuto sociale del Paese non mantiene la consapevolezza dei valori democratici e annega la storia dell’Italia e del periodo opaco e terribile della dittatura nella smemoratezza e nell’oblio.
- Sgomentante perché non è possibile davvero intravedere alcune plausibile motivazione per il respingimento della mozione se non la sussistenza di una riserva mentale, culturale e politica, nel riconoscerci tutti – di qualsiasi provenienza ideologica e di qualsiasi orientamento politico – entro una tavola di valori comuni che ha nella Resistenza al nazifascismo la sua origine storica, nella Carta Costituzionale il suo pilastro etico e normativo e negli ideali repubblicani di giustizia e libertà il suo riferimento morale.
Vicenza è medaglia d’oro al valor militare per il ruolo avuto nella Resistenza. Responsabilità di chi è chiamato al difficile compito di governare la città è onorare quella medaglia valorizzando anche gli aspetti valoriali che passano attraverso segni e simboli che una città mantiene quali elementi identificativi della sua essenza come comunità civile nel pluralismo delle idee e degli interessi materiali, ma nell’unitarietà del riferimento alla Costituzione nella sua matrice democratica e antifascista.
Con estremo rammarico dobbiamo dire che in questa occasione a tale supremo dovere civico non ha corrisposto una scelta conseguente.
Danilo Andriollo (Presidente provinciale ANPI)
Luigi Poletto (Vicepresidente provinciale ANPI)
Franca Dal Maso (Vicepresidente provinciale ANPI)
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