Il 19 febbraio 2013 si sono svolti a Montorso Vicentino i funerali dell’amico e compagno Massimiliano Lucato (Massimo per tutti), un autentico militante del movimento dei lavoratori e un forte sostenitore della Resistenza e dell’ANPI. Dopo la cerimonia religiosa la sua personalità e il suo esempio sono stati rievocati sul sagrato della chiesa, davanti alle figlie Nelly e Manuela, al genero Giovanni, agli amati nipoti Greta, Giuliano e Michela, alla sorella Maria, a tanti compagni e cittadini che hanno potuto conoscerlo, frequentarlo e stimarlo. Erano presenti le bandiere della CGIL e dell’ANPI di Arzignano per rappresentare gli ideali del lavoro, dei lavoratori, della Resistenza, di quanti hanno lottato per la liberazione dell’Italia dall’occupazione straniera e dalla dittatura fascista; ideali del riscatto umano e sociale degli strati popolari e della dignità, dell’unità, della libertà e della ricostruzione del nostro Paese, che Massimo ha abbracciato dalla giovinezza fino agli ultimi giorni.
Già nella metà degli anni cinquanta egli collabora con Piero Zorzin “Diana”, partigiano e responsabile della gioventù comunista, nelle iniziative culturali e commemorative per la formazione delle nuove generazioni. C’erano con lui Luciano Tonin, Andrea Cestonaro, Mario Faggion, Gianni Dal Ceredo e poi Germano Cattelan, Giovanni Colpo e altri. Alla base degli incontri, del confronto e del dibattito erano i problemi del mondo del lavoro; i principi della Costituzione; la storia dell’antifascismo, della guerra, della Resistenza, della Liberazione; l’impegno a costruire una società migliore, più giusta per tutti.
E’ stata una scuola importante che, nelle difficoltà di quei tempi duri nei rapporti politici e sindacali, ha forgiato una nuova leva di dirigenti, impegnati nella CGIL, nel PCI e nell’ANPI. Più tardi anche Nando Dal Zovo e altri giovani hanno seguito la medesima esperienza.
Massimo nei suoi principi era forte come una roccia: coerente, intransigente, leale, fedele fino al sacrificio al suo impegno nella tutela dei lavoratori, dei principi di giustizia sociale, della dignità di tutte le persone, della memoria storica della Resistenza (che aveva conosciuto e vissuto da ragazzo), del riconoscimento civile e pubblico di quanti avevano dato la vita per la libertà e la giustizia. Così ha agito in fabbrica e nel sindacato, in famiglia, nell’educazione dei figli, negli incontri con i giovani, nelle iniziative poltiche, sindacali e commemorative; perfino nella difficile prova della lunga malattia ha mantenuto fede agli ideali della giovinezza e della maturità, con la sua presenza alle manifestazioni e agli incontri in carrozzella, con lo sguardo attento e sorridente.
L’ANPI ha espresso ai suoi cari cordoglio e solidarietà. Massimo lascia a tutti noi un esempio positivo di idee e di vita.
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