Il 4 febbraio 2013 è mancato a Roma Sergio Giulianati, partigiano della Brigata Mazzini (Divisione Alpina Monte Ortigara).
Sergio, primogenito del direttore didattico di Thiene Ferruccio Giulianati (socialista, amico di Giacomo Matteotti), fratello di Giancarlo “Gianco”, Mario, Bianca, Luciana e Renza, appartiene ad una famiglia che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo della Resistenza nella zona di Thiene.
Sono da segnalare alcune famiglie importanti impegnate nella Guerra di Liberazione a Thiene e nei centri limitrofi: gli Urbani, Zanchi, Nicolussi, Talin, Vecelli, Chilesotti, Giulianati, Scalabrin, Pizzato, Arnaldi, Zancan, Maino, Boschiero, Galvan e altre ancora.
Sergio Giulianati frequenta, nel 1943, il Liceo Pigafetta a Vicenza, allievo del prof. Mario Dal Prà, del Partito d’Azione, il quale raduna attorno a sè un nucleo di giovani che entrano poi mella Resistenza, tra i quali Alberto Visonà di Valdagno, caduto a Dueville il 27 aprile 1945.
Dopo l’otto settembre Sergio non si presenta alle armi al primo bando della RSI del mese di novembre; raggiunge a Farneda l’amico Flavio Pizzato “Serse”, figlio della maestra Maria Boccagni, fervente antifascista; si sposta poi presso la famiglia contadina di Angelo Maino “La Bionda”; infine si rifugia presso una famiglia di anziani contadini al “Buso”.
Nella prima fase (autunno 1943) Sergio e Flavio si dedicano alla formazione di un gruppo partigiano nella zona; utilizzando un ciclostile fornito dal padre direttore didattico alla maestra, stampano volantini e invitano alla lotta.
Costretto a presentarsi poiché il padre e la madre sono stati denunciati e più volte interrogati e minacciati dai fascisti e dai tedeschi, viene prima destinato al Battaglione Bassano e dopo trasferito a Novara. Di lì riesce ad allontanarsi e a far perdere le sue tracce. Raggiunge Thiene, saluta i suoi famigliari e sale a S. Giorgio di Perlena in casa Galvan.
Organizza il gruppo partigiano di S. Giorgio e inizia con i suoi compagni le azioni di sabotaggio alle strutture militari, agli uomini e ai mezzi nazifascisti. Il fratello “Gianco” è una valida staffetta e mantiene i collegamenti. Sergio collabora pure con “Serse” e con i partigiani del gruppo di Fara. Il loro impegno dura fino ai giorni vittoriosi della Liberazione.
Nel dopoguerra dedica le sue energie all’attività sindacale. Nel 1946 è funzionario della Camera del Lavoro di Schio. Poi assume nella CGIL di Vicenza la responsabilità del settore contratti e vertenze. Nel 1948 in seguito agli scioperi e all’occupazione delle fabbriche a Schio e a Thiene, dopo l’attentato a Palmiro Togliatti, viene arrestato, incarcerato e condannato (v. “Due giorni col sole negli occhi”, di E.M.Simini, Schio, 2004).
Nel 1954 è a Biella, segretario CGIL del comparto tessile.
Nel 1956 è chiamato a Roma alla Segreteria Nazionale della FIOT-CGIL, di cui diviene due anni dopo Segretario aggiunto. Più tardi assume l’incarico di responsabile dei rapporti inernazionali del Sindacato Pensionati Italiani.
Giancarlo, nel suo libro curato da Liverio Carollo, uscito nel 2009, intitolato «Fra Thiene e le colline di Fara – memorie di una staffetta della “Mazzini”» parla con grande ammirazione dei genitori e del fratello maggiore che, con l’esempio, gli hanno insegnato la via dell’impegno nella Resistenza e nella vita.
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