Teresa Mattei
L’8 marzo 1945 propone la mimosa come simbolo della ricorrenza della Festa della donna propone la mimosa come simbolo della ricorrenza della Festa della donna … sostiene il diritto delle donne di entrare in magistratura, si batte affinché le condizioni di lavoro assicurino alla madre e al bambino un’adeguata protezione, rivendica per le donne «non solo il diritto, ma il dovere di lavorare» e dichiara di essere contraria alla istituzione del «salario familiare». E’ la “madre” dell’articolo 3 della Costituzione.
Teresa Mattei
L’8 marzo 1945 propone la mimosa come simbolo della ricorrenza della Festa della donna propone la mimosa come simbolo della ricorrenza della Festa della donna … sostiene il diritto delle donne di entrare in magistratura, si batte affinché le condizioni di lavoro assicurino alla madre e al bambino un’adeguata protezione, rivendica per le donne «non solo il diritto, ma il dovere di lavorare» e dichiara di essere contraria alla istituzione del «salario familiare». E’ la “madre” dell’articolo 3 della Costituzione.
L’ambiente familiare la indirizza verso l’impegno politico e sociale, attraverso l’esempio del padre e del fratello Gianfranco.
Nel 1938, quando entrano in vigore le leggi razziali, viene radiata dal liceo «Michelangelo» di Firenze per essersi ribellata ad un professore sostenitore dell’ideologia razzista. Prosegue gli studi da privatista laureandosi in Filosofia nel giugno del 1944.
Entrata nel Partito comunista nel 1942, è tra i fondatori dei Gruppi di difesa della donna. Nell’aprile del 1944, impegnata a Firenze nella Resistenza (nome di battaglia “Chicchi”), prende parte all’organizzazione dell’attentato al filosofo fascista Giovanni Gentile.
Nel settembre successivo è tra le prime iscritte all’Unione donne italiane (UDI), di cui diventa membro del Comitato direttivo. L’8 marzo 1945 propone la mimosa come simbolo della ricorrenza della Festa della donna.
E’ eletta all’Assemblea costituente nella lista del Partito comunista: a 25 anni appena compiuti è la più giovane dei parlamentari che nel 1946 si accingono a preparare la nostra Costituzione. Dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio 1948 è segretaria dell’Ufficio di Presidenza.
Sostiene il diritto delle donne di entrare in magistratura, si batte affinché le condizioni di lavoro assicurino alla madre e al bambino un’adeguata protezione, rivendica per le donne «non solo il diritto, ma il dovere di lavorare» e dichiara di essere contraria alla istituzione del «salario familiare». E’ la “madre” dell’articolo 3 della Costituzione.
Il 27 novembre 1947 è lei, incinta, a consegnare la Costituzione ad Enrico De Nicola.
Avrebbe voluto che l’articolo 1 recitasse “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla giustizia e la libertà” perchè sosteneva “il lavoro è una necessità, un diritto, mentre la giustizia e la libertà sono valori”.
Ha un carattere anticonformista, tanto che lei stessa si definisce “scandalosa, perchè amo la verità”.
Nel 1947 fonda, insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la tutela morale del fanciullo.
La carriera politica di Teresa Mattei all’interno del PCI si interrompe, nel 1955, per il dissenso maturato nei confronti della politica filosovietica di Togliatti. Prosegue però il suo impegno civile in favore dei diritti delle donne e dei bambini e la sua attività politica nella «Casa della Cultura» di Milano insieme a Rossana Rossanda.
Alla sua morte – per sua espressa volontà – viene cremata.
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