Il 7 novembre 2011 a Malo, con le bandiere delle Sezioni ANPI delle Valli dell’Agno e del Leogra e con la bandiera della sua formazione garibaldina, la Brigata Ismene della Divisione Martiri Val Leogra, abbiamo portato l’ultimo saluto alla partigiana Teresina Alessi “Iosca”, sorella della partigiana Nella, moglie di Ferruccio Manea “Tar”, e abbiamo pure espresso la nostra solidarietà e il nostro cordoglio ai figli Sonia, Wladimira e Firmino, alla sorella, ai nipoti e a tutti i suoi cari.
Nell’orazione funebre sono stati rievocati i tratti salienti della sua vita.
«Nata nel 1920, di famiglia umile, povera (come tante, allora), primogenita di cinque figli con il papà operaio alla filanda Maule, Teresina, dopo le scuole elementari entra in filanda per essere di aiuto alla famiglia. Dopo qualche mese deve cambiare lavoro per motivi di salute. Ospitata allora in un convitto a Castellana, vicino a Torino, con due sorelle, per circa due anni è occupata in una fabbrica tessile. Tornate poi a casa, le sorelle sono assunte in filanda e lei va a lavorare al Lanificio Rossi a Pievebelvicino. Miglioravano così le condizioni della loro famiglia.
Allo scoppio della guerra ha vent’anni … , ma essa [la guerra] appare ancora lontana da Malo. Teresina viene più direttamente coinvolta, dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, con l’occupazione tedesca dell’Italia Centrale e Settentrionale e il formarsi della R.S.I. di Mussolini, a fianco e a servizio dei tedeschi. Vede centinaia di giovani del suo paese costretti a rimanere nascosti, sbandati prima, renitenti poi perché disobbedienti ai bandi di chiamata; quando all’inizio della primavera 1944, entrano in azione i primi gruppi di “ribelli”, divenuti combattenti per la libertà e la giustizia. Teresina condivide la loro scelta.
Collabora in una prima fase con la Resistenza territoriale, dedita ai sabotaggi, alla raccolta di armi e di viveri; poi, con lo sviluppo del movimento partigiano garibaldino sui monti, si mette a disposizione della formazione del “Tar”, che agisce da Monte Pian a Faedo, a Raga. Per il suo coraggio, l’intelligenza e l’intrapren-denza porta a termine missioni importanti come staffetta partigiana. E’ costretta, essendo ricercata, a lasciare la fabbrica e ad entrare in clandestinità nell’autunno 1944 … vivendo le vicende esaltanti e tragiche della Resistenza … fino alla Liberazione e alla conquista della pace e della libertà. Poi ritorna in fabbrica; si dedica al lavoro e alla famiglia, ai propri affetti, ai figli. Partecipa però sempre alle iniziative per l’affermazione degli ideali di giustizia e di democrazia per i lavoratori, gli ultimi, coerente con la scelta della giovinezza, fino alo termine della sua esistenza».
Teresina è degna di ammirazione come donna e partigiana. “Iosca” lascia un buon esempio, da ricordare e far conoscere.
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