Resistenza Oggi n. 3: Razzismo (giugno 2020)

Pubblicazione riservata agli iscritti/e ANPI Vicenza Per battere il razzismo serve un impegno “PARTIGIANO”: quattro percorsi contro ogni forma di intolleranza A cura di Michele Zanna Il virus del “nuovo” razzismo è tornato: fondato più su distinzioni culturali che non biologiche o pseudo- scientifiche. Antisemitismo, islamofobia, antisionismo, xenofobia, insofferenza per chi versa in condizioni di disabilità fisica o mentale. L’odio, i discorsi di odio e le pratiche contro le donne, le invettive contro l’altro: negro, zingaro, terrone, frocio, usuraio, rabbino, puttana sono le parole più utilizzate nei social. L’elenco si al- lunga: neocolonialismo genocida antiindigeni, gli incitamenti alla violenza in rete;

Resistenza Oggi n. 2: Quanta e quale disuguaglianza siamo disposti ad accettare? (maggio 2020)

Pubblicazione riservata agli iscritti ANPI Vicenza Articolo 3 della Costituzione italiana Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Riformulazione del testo costituzionale da parte degli alunni di Mario Lodi Tutti i cittadini, compresi i

IL CAMBIAMENTO NECESSARIO

Voglio innanzitutto ringraziare l’Anpi di Vicenza per questa iniziativa in tempi di distanziamento sociale e per avermi invitato. Mai come oggi l’anniversario della Liberazione richiama all’attualità dei valori della Resistenza. C’è un filo rosso tra la Resistenza, la Liberazione, la Costituzione repubblicana che ne è figlia, i diritti universali, l’internazionalismo e la necessità di un’Europa diversa, sociale, solidale, accogliente. Il virus è egualitario, perché può contagiare tutti, ma colpisce un mondo e una società italiana profondamente diseguali, ampliando così a dismisura le diseguaglianze create dalle politiche umane, non dalla natura. Muoiono prima di tutti i più poveri, i più fragili, i

Spartaco Casarotto (IMI 101152) in un articolo scritto per Anpi Vicenza dal figlio Giuseppe

Giuseppe Casarotto ci ha inviato questo scritto in onore del padre Spartaco, che fu uno dei 600.000 internati militari italiani: Vorrei ricordare mio padre Spartaco, internato nei campi di concentramento del Terzo Reich. All’indomani dell’armistizio molti soldati e ufficiali optarono per una «resistenza disarmata, ma non inerme e inefficace» e accettarono l’idea di sopportare fame, privazioni e vessazioni per mantenere intatta la propria dignità di uomini e di militari. Neidiario mio padre annota il travaglio di quel periodo (i ricordi erano fame e freddo). Dal diario di Spartaco Casarotto IMI 101152 (di prossima pubblicazione) 6/11/43 il NO a Salò Il

QUOTA NORMALE

Albert Camus in un romanzo che ho riletto in questi giorni, scrive che gli abitanti di Orano erano “incagliati a mezza via tra gli abissi e le cime, ondeggiavano più che non vivessero, abbandonati a giorni senza direzione e a sterili ricordi, ombre erranti che non avrebbero potuto prendere forza che accettando di radicarsi nella terra del loro dolore” (La peste, Bompiani, 1996, or. 1948, p. 56). Attraversando il dolore che stiamo vivendo dobbiamo imparare la lezione, secondo l’antica sintesi del pàthei màthos (la conoscenza che deriva dalla sofferenza) ed il moderno, anzi l’attuale, messaggio che ovunque risuona. A tal

Auschwitz – Salvatore Quasimodo

AUSCHWITZ Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola, amore, lungo la pianura nordica, in un campo di morte: fredda, funebre, la pioggia sulla ruggine dei pali e i grovigli di ferro dei recinti: e non albero o uccelli nell’aria grigia o su dal nostro pensiero, ma inerzia e dolore che la memoria lascia al suo silenzio senza ironia o ira. Tu non vuoi elegie, idilli: solo Ragioni nella nostra sorte, qui, tu, tenera ai contrasti della mente, incerta a una presenza chiara della vita. E la vita è qui, in ogni no che pare una certezza: qui udremo piangere l’angelo il

La liberazione nel vicentino

Giancarlo Zorzanello ha scritto un articolo sulla liberazione del vicentino durante la fine di aprile e l’inizio di maggio del 1945: Era un mercoledì e la giornata si presentava piuttosto piovigginosa, però, nonostante questo giorno sia ricordato come quella della liberzione dal nazifascismo,nel vicentino non successe nulla di particolare. La provincia era infatti ampiamente e sistematicamente presidiata sia dalla Wehrmacht sia dalle milizie armate della RSI. Basti pensare che a Recoaro era dislocato il Quartier Generale delle Armate tedesche in Italia; a Valdagno aveva trovato sistemazione l’OVRA, la polizia segreta di Mussolini con il suo Archivio e il suo seguito

25 APRILE 2020

Come l’acqua pura di una volta,come l’aria dei nostri monti,come la forza dell’amicizia,come l’amore della mia donna,come il sorriso di un bimbo,come la solidarietà del bene,come l’odio per le guerre,come il desiderio del belloabbiamo bisogno di RESISTENZA!È scritto nei cuori donatisulle colline e nelle case dei poveri,corone di spine scelteper la LIBERTA’ di un popoloche si ribellerà semprea falsi profeti e ideologieanche se in troppi rivalutanonefandezze e schiavitù riesumate.Festa di LIBERAZIONEnei nostri odierni rifugi troppo sicuriper spalancare le finestre dell’animain corpi e cuori che non morranno. MARIO PAVAN

MORALITÀ DELLA RESISTENZA

Ercole Ongaro, direttore dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Lodi, ci invia questo contributo sui valori che sono stati alla base della guerra di Liberazione: Nella storia dei popoli, seppur raramente, ci sono momenti di sorprendente risveglio: risveglio delle coscienze, del senso di umanità, dopo anni di subordinazione, di opportunismo, di passività. Così è avvenuto con la Resistenza.Avvenne che una generazione costretta alla sottomissione e all’obbedienza silenziosa scelse di mettersi in ascolto della propria coscienza, di assumere come orientamento delle scelte la propria umanità; comprese che l’autentico modo di salvare se stessi è di avere a